doggy

LE PULCI: CHE BRUTTA COMPAGNIA!

Le pulci sono insetti succhiatori di sangue, che durante la loro evoluzione si sono adattati alla vita parassitaria. È importante prevenirle con l’antiparassitario, di cui parleremo più avanti, perché possono saltare sul corpo del nostro animale anche solo quando sfiora un altro animale che gli passa vicino.
Le pulci del cane e del gatto sono quasi sempre del genere Ctenocephalydes, possono vivere dai 6 agli 8 mesi ed hanno un ciclo rappresentato da una fase di vita libera ed una fase di vita parassitaria vera e propria. Si possono riscontrare nell’animale di solito per circa 5 ore al giorno, a causa della presenza di escrementi simili a granelli di sabbia.
Sull’animale, le pulci maschio e femmina si accoppiano e la femmina deposita le uova, queste cadono sul terreno e vanno ad accumularsi principalmente dove l’animale passa più tempo. Una volta che sono cadute, le uova si schiudono e liberano le larve le quali dopo qualche tempo mutano in pupe, poi in pulci adulte che per qualche giorno possono rimanere a digiuno, prima di saltare sull’animale per nutrirsi del sangue.

Sintomi e disturbi

Quando sono presenti pulci, l’animale tende ad essere nervoso, si morde e si gratta; inoltre, la saliva della pulce può dare allergia.
Le pulci possono arrecare danno all’animale per azione diretta, cioè determinando prurito con gravi conseguenze, fino alla difficoltà di alimentarsi, oppure mediante reazione allergica poiché la saliva delle pulci contiene una sostanza aptenica che sembra collegarsi con il collageno della pelle e formare un complesso anti-igienico.
Se spostiamo il pelo dell’animale per cercarle, loro si sposteranno o salteranno, ed è per questo che sono difficili da vedere. Fortunatamente lasciano tracce del loro passaggio, ovvero le feci. Se facciamo caso alle radici del pelo, specie se è chiaro, ma anche se è nero perché sono in contrasto con il bianco della pelle, vedremo tanti puntini neri: quelli sono le feci delle pulci, e se ci sono le feci significa che ci sono anche le pulci.

Vi consigliamo di contattare SEMPRE il vostro veterinario di fiducia: un intervento tempestivo e professionale può risultare determinante per eliminare in maniera totale e sicura il problema.

canino

E’ PRIMAVERA!

La Primavera è decisamente una stagione bellissima anche per i nostri amici a 4 zampe!
Più tempo per lo sport e l’attività fisica in compagnia dei nostri animali che non vedono l’ora di scatenarsi al parco o nel bosco: le calde temperature però favoriscono anche la riproduzione e l’aumento dei parassiti esterni, soprattutto pulci e zecche, del cane e del gatto.
Si consiglia quindi di norma di eseguire il trattamento per la prevenzione dei parassiti esterni in tutti i periodi dell’anno, ma questi interventi devono essere eseguiti più scrupolosamente proprio nella stagione primaverile/estiva, rispettando quindi l’applicazione mensile richiesta dalla maggior parte dei prodotti antipulci e anti-zecche attualmente in commercio. Ricordiamo sempre che è obbligatorio rivolgersi sempre al proprio medico veterinario di fiducia che saprà consigliare il prodotto più adeguato per il nostro animale domestico, cane o gatto che sia.
Esistono in commercio una grandissima quantità di prodotti più o meno associati ad altri principi attivi. Ma bisogna fare molta attenzione alla specie di destinazione: ciò che va bene per il cane può non andar bene per il gatto e per il coniglio!
 Se il nostro amico dorme all’esterno o comunque ha la possibilità di uscire spesso, applicate l’antiparassitario per tutto l’anno e abbiate l’accortezza di disinfestare periodicamente anche le cucce e gli spazi esterni.
La bella stagione porta con sé anche altri pericolosi parassiti: zanzare e flebotomi sono responsabili di patologie gravissime!
Nel prossimo articolo qualche specifica in più sulle problematiche che possono causare i morsi dei parassiti!

m

INTOSSICAZIONE DA IMPASTO DEL PANE

INTOSSICAZIONE DA IMPASTO DEL PANE

Alcune persone, soprattutto durante le feste o in occasioni speciali, fanno il pane in casa. Di solito l’impasto viene posto a lievitare durante la notte, e può venire facilmente e voracemente ingerito dagli animali domestici se viene data loro l’opportunità di accedervi.
Il mattino seguente il proprietario si accorge della mancanza dell’impasto e non essendo ben informato su fatto che l’ingestione dello stesso può creare dei problemi, non porta il cane dal veterinario fin quando non si manifestano i primi sintomi.

Meccanismo d’azione

Subito dopo l’ingestione, il caldo-umido dell’ambiente gastrico stimola la lievitazione e quindi l’aumento di volume dell’impasto: espandendosi, questo può pertanto causare dilatazione gastrica, che può esitare in compromissione della respirazione e della vascolarizzazione, o, in casi estremi, nella rottura dello stomaco. Oltre all’imponente aumento di volume, la lievitazione produce anche un notevole quantitativo di etanolo (che deriva dal processo di fermentazione del lievito), che, rapidamente assorbito dallo stomaco, conduce ad una sintomatologia molto grave, causata da marcata acidosi metabolica e da depressione del sistema nervoso centrale. In questo tipo di intossicazione sono spesso più rischiose le conseguenze derivanti dal rilascio di alcool che quelle dovute all’aumento di volume dell’impasto all’interno dello stomaco.

 

Sintomatologia

I segni clinici iniziali (precoci) possono includere tentativi inutili di vomito, distensione addominale e depressione. L’etanolo viene rapidamente assorbito dallo stomaco ed i sintomi che possono sopraggiungere saranno atassia e disorientamento, depressione del sistema nervoso centrale ed incontinenza urinaria. Si potrà sviluppare inoltre una significativa acidosi metabolica. Parallelamente all’aumento nel sangue dei livelli di etanolo ci sarà depressione respiratoria, arresto cardiaco fino a portare a decubito laterale, al coma ed alla morte.

Trattamento

- Contattare subito il veterinario!
- Se l’ingestione viene riconosciuta subito, quando ancora i segni clinici non sono manifesti, si può provare a stimolare il vomito; poiché lo stomaco potrebbe andare incontro a rottura in seguito alla spinta della massa nello sfintere esofageo, l’induzione del vomito andrà comunque effettuata con cautela.
- Se il soggetto mostra grave atassia o depressione del sistema nervoso centrale il vomito non dovrebbe essere mai indotto, poiché la possibilità di broncopolmonite ab ingestis per aspirazione del materiale evacuato è elevata.
- Se il cane presenta dei conati di vomito ma non riesce ad espellere l’impasto, un lavaggio gastrico con acqua fredda mediante sonda esofagea potrebbe facilitare l’espulsione della massa e del gas; il lavaggio con acqua fredda potrebbe contribuire peraltro a rallentare la fermentazione del lievito ed a diminuire la produzione di etanolo.
- Dopo il lavaggio con acqua fredda, dovrebbero essere depositati nello stomaco carbone attivato e un purgante salino premiscelati.

In casi estremi si potrà ricorrere alla rimozione chirurgica dell’impasto ingerito attraverso gastrotomia. Poiché, come già detto, la fermentazione causa l’aumento del volume e la produzione di gas, uno dei rischi è rappresentato dalla dilatazione e rottura dello stomaco. Se si verificano entrambe le condizioni il cane dovrà essere stabilizzato e trattato secondo i protocolli standard riportati in letteratura. La maggior parte dei cani viene tuttavia presentata al veterinario per l’intossicazione da etanolo. I livelli dell’etanolo nel sangue possono essere quantificati attraverso analisi che vengono effettuate negli ospedali umani. Livelli di 2–4 mg/ml in cani adulti producono segni clinici classificabili dall’atassia al coma. Tali livelli possono essere usati per confermare o meno l’intossicazione. Solitamente la maggior parte dei veterinari non è in grado di ottenere rapidamente le analisi per quantificare l’etanolo; sarà quindi necessario trattare l’animale in base ai segni clinici. Il medico dovrebbe pertanto monitorare frequenza cardiaca e respiratoria (anche mediante elettrocardiografia), nonché temperatura corporea, per evitare il rischio di ipotermia. In quest’ultimo caso, infatti, è opportuno riscaldare l’animale con imbottiture, fluidi caldi per via endovenosa e rettale. Qualora sia presente acidosi metabolica, l’esame emogasanalitico può consentire di verificare se fluidi isotonici ed elettroliti per via endovenosa siano sufficienti a correggere la deviazione dell’equilibrio acido-base o se sia necessario apportare idonea integrazione anche in bicarbonato di sodio.


Dott.ssa Elisa Giorgetti

Medico Veterinario e Nutrizionista

lullui

DOG DIET #terzapuntata

 

INTOSSICAZIONE DA UVA FRESCA E PASSITA

 

Uva fresca e uva passa, frutti molto appetiti dai cani per il loro sapore dolce, si possono rendere responsabili di gravi intossicazioni in questa specie animale. I cani possono ingerire numerosi acini, rubandoli dai grappoli presenti nella fruttiera o durante lo schiacciamento che viene praticato per fare il vino. L’uva passa, quando resa disponibile, risulta ancor più appetibile. Fino ad ora i cani sono risultati l’unica specie interessata (con numerose segnalazione all’APCC); non è noto tuttavia se anche altre specie possano essere colpite da tale intossicazione. A seguito dell’ingestione di tali alimenti i soggetti più sensibili manifestano inizialmente turbe gastrointestinali iniziali che possono esitare in insufficienza renale acuta (ARF).

 

Meccanismo d’azione

 

L’attuale meccanismo d’azione e l’eziopatogenesi dell’intossicazione da uva nei cani restano ancora sconosciuti. Le teorie fino ad oggi formulate includono disturbi metabolici, l’azione di un composto nefrotossico presente nell’uva nonché reazioni individuali. Tuttavia, non è mai stata evidenziata, nei grappoli incriminati, la presenza di pesticidi, metalli pesanti e micotossine, ed stato notato che né la varietà dell’uva né la sua provenienza sono importanti nel determinismo dell’intossicazione. Attualmente l’estratto dei semi dell’uva non è considerato una minaccia: soltanto il frutto in sé lo è.

 

Sintomatologia

 

Dal 1989 l’APCC ha cominciato a notare nel cane la correlazione tra l’assunzione di uva o uva passa (a partire da quantitativi pari a 12,44 g/kg corporeo) e la comparsa di insufficienza renale acuta (ARF). Tenuto conto che un cane può ingerire da pochi chicchi fino ad un kg di uva, di solito, dopo un paio di ore dall’ingestione, quasi tutti i soggetti manifestano emesi. Comune è il riscontro di tracce di uva indigerita nel vomito, nel materiale fecale o in entrambi; entro 5-6 ore dall’assunzione possono comparire anoressia, diarrea, letargia e polidipsia. I segni dell’ARF si manifestano invece dopo 1 o più giorni dall’ingestione e comprendono: anoressia, letargia, depressione, vomito, diarrea, disidratazione, peritonismo e tremori. Da 24 ore a qualche giorno dopo l’ingestione di uva si può assistere all’incremento dei valori sierici di azoto ureico, creatinina, fosforo e calcio, espressione di un danno renale progressivo che può portare a degenerazione e successiva necrosi tubulare. I segni clinici anzidetti possono quindi andare incontro a remissione nell’arco di alcune settimane, od assumere carattere ingravescente, fino ad esitare in oliguria/anuria, talvolta responsabile di morte dell’animale.

 

Diagnosi

 

La sintomatologia dell’intossicazione da uva e uva passa è simile a quella evidenziata in altre cause di ARF (ingestione di glicole etilenico, traumi…). La diagnosi di questo tipo di intossicazione si basa soprattutto sull’anamnesi, sull’evidenziazione di residui di uva nel vomito, nonché sui segni desumibili all’esame clinico diretto e sulle deviazioni laboratoristiche espressione di compromissione renale.

 

Trattamento

 

Sebbene l’esatta causa del danno renale sia ancora sconosciuta, i cani che hanno ingerito uva o uva passa possono essere trattati con successo, sempre che la terapia sia attuata tempestivamente, prima dell’instaurarsi di lesioni renali irreversibili. La prima cosa da fare è la decontaminazione. Nelle ingestioni recenti l’induzione del vomito e la somministrazione di carbone attivo e di un purgante salino aiutano a prevenire l’assorbimento dei potenziali agenti tossici. L’emesi dovrebbe essere provocata entro le prime 2 ore; se fatta troppo tardi rischia infatti di non essere efficace. Si consiglia SEMPRE di contattare un medico veterinario.

 

 

Dott.ssa Elisa Giorgetti

Medico Veterinario e Nutrizionista 

m

SOS TERREMOTO

I terremoti sono purtroppo all’ordine del giorno, ce ne siamo tristemente accorti. La protezione civile sta stilando dei vademecum su come prepararsi alle calamità. Mi è sembrato giusto dare degli spunti anche per i nostri animali.
Attualmente con le informazioni sempre più fruibili si può prendersi cura dei nostri peta anche in corso di emergenze e disastri. In generale, la prontezza è un modo di pensare che spinge un individuo a sapere cosa fare in caso di emergenza. Le emergenza sono distinte in due categorie:
Le prime sono emergenze familiari come eventi che colpiscono la famiglia nell’immediato mentre le seconde sono disastri naturali e/o causate dall’uomo che affliggono un alto numero di persone in una vasta area territoriale, come una comunità; ovviamente la prontezza richiesta è diversa. In ogni caso i proprietari di animali dovrebbero sforzarsi di avere un kit pronto per le emergenze sia per la propria famiglia sia per i propri animali.

Cosa serve nello zaino di emergenza per il vostro animale?

- Il governo ha una capacità molto limitata in termini di salvataggio e risorse di soccorso. Le ONG sono la speranza principale a cui chiedere aiuto, ma in caso di evacuazioni su ampia scala le loro risorse risultano comunque molto compromesse;
- Gli animali domestici non sono una priorità alta quando c’è il dovere di evacuare civili;
Non molti centri di evacuazione accettano animali evacuati, poiché presenterebbero un rischio sanitario e di sicurezza per altri sfollati;
- Cibo, acqua e medicine sarebbero troppo difficili da trovare in uno scenario di disastro;
- Anche se ciò può essere vero, oggi ci sono più proprietari di animali di prima (soprattutto di cani). – Bisogna fare attenzione anche a questo tema per ridurre possibilità di abbandoni, creazione di branchi o problematiche di tipo sanitario;
Ciò vuol dire che più persone necessitano di essere sicure che i propri cuccioli siano tutelati e messi in salvo in caso di emergenza o disastro. Per preparare ogni tipo di kit, avrete bisogno di:

Acqua
Cibo
Gabbietta per il vostro animale
Medicine/materiale di primo soccorso
Documentazione dell’animale
Giocattoli

In entrambi i casi di emergenza e disastro, gli oggetti menzionati devono essere presenti all’interno dei vostri kit. Ciò che fa la differenza è quello che riescono a fare i kit, in base all’ambito e alla situazione. Per esempio, in una situazione d’emergenza, l’acqua che avete con voi, dovrebbe essere sufficiente al vostro animale per farlo bere o pulire una ferita. In uno scenario di disastro, questa logica vale ugualmente, ma la quantità d’acqua disponibile dovrebbe poter durare almeno 3 giorni e dovrebbe includerne abbastanza per bere, lavare e per altri bisogni del vostro amico a quattro zampe (Chiaramente questa stima si riferisce ad uno scenario di disastro in un ambiente differente dall’Italia, dove i soccorsi sono attivi e pronti in massimo 12 ore ndr).

Il cibo è un altro elemento importante da preparare e deve includere sia cibo secco che umido per il vostro animale. Ricordatevi che, se possibile, sarebbe meglio portare con sé cibo di varietà, marchio e sapori familiari al vostro animale. Il cibo, oltre che necessario, ha un effetto calmante durante le calamità e permetterà di distrarre e tranquillizzare il vostro compagno.

Il riparo è un fattore che dipende dalla situazione che ti ritrovi. In una situazione di emergenza, un riparo per il vostro animale potrebbe essere la sua gabbietta, oppure un mezzo in cui può starsene al sicuro. Mentre durante un disastro, il riparo potrebbe essere il vostro veicolo oppure un riparo dopo l’evacuazione. Assicuratevi di avere a disposizione, in entrambi i casi, elementi per l’igiene e la pulizia, come una piccola cassetta o qualcosa per raccogliere gli escrementi. Una soluzione che ho visto e che mi è sembrata molto intelligente è quella di usare il tappo di una scatola da scarpe come lettiera per gatti. Si tratta di uno strumento poco ingombrante e facile da trasportare, oltreché leggero.

La differenza sta nelle emergenze comuni, in cui il primo soccorso significa gestire e curare malattie comuni e ferite, preparando il vostro animale ad affrontare le difficoltà prima di portarlo da un veterinario per un trattamento più corretto. In uno scenario di disastro, non sarete in grado di portarlo immediatamente ad una clinica veterinaria, quindi, meglio essere preparati, in vista dei soccorsi.

Documentazione e identificazione dell’animale sono molto importanti. Ma molto importanti sono anche delle foto che ritraggono voi assieme a lui, soprattutto per le sue caratteristiche identificative, come il pelo o altri segni particolari. Foto di voi con il vostro animale possono stabilire un indizio importante nel caso veniste separati.

La Documentazione è altrettanto importante. Deve includere l’attestato di proprietà, atto di vendita, allevamento, e molte altre indicazioni, soprattutto mediche. Meglio tenere i dati tutti aggiornati. Questo rappresenta un grande passo per risparmiare tempo in caso di bisogno, così da non dover indovinare lo stato di salute del vostro amico a quattro zampe.

Alla fine, assicuratevi che qualche giocattolo del vostro animale sia a portata di mano, per distrarlo e tenerlo occupato. Questo aiuta dopo l’evacuazione durante una calamità oppure quando il vostro compagno sarà al riparo e dovrà convivere con altri animali, la cui presenza potrebbe stressarlo. Una pallina, o un giocattolo da mordere, oppure qualche gioco sonoro può aiutare a distrarre voi e il vostro amico a 4 zampe, in attesa che l’emergenza passi.

Dott.ssa Elisa Giorgetti

Medico Veterinario e Nutrizionista 

cane

DOG DIET #secondapuntata

La dieta del vostro cane, proprio come la vostra, a volte va incontro a qualche piccolo strappo: ci sono comunque alimenti che è assolutamente vietato somministrare al nostro cane e al nostro gatto.

Il Blog di Petheory con la dottoressa Elisa Giorgetti, veterinaria di Prato, ha stilato un vademecum molto approfondito degli alimenti da evitare e del perchè.

 

INTOSSICAZIONE DA CIPOLLA

Le cipolle appartengono alla famiglia delle Liliaceae, genere Allium. Esse possono causare, se ingerite in grandi quantità, delle intossicazioni potenzialmente serie e minacciose per la vita degli animali domestici. Cani e gatti possono ingerire bucce o pezzi di cipolla cruda, rovistando nella spazzatura o rubandoli dalla tavola o dal pavimento, o possono assumere resti di cibi contenenti cipolla che i proprietari, ignari degli effetti tossici, forniscono loro volontariamente. I gatti sono estremamente suscettibili a tale intossicazione, a causa delle particolare struttura dell’emoglobina e della carenza di alcuni enzimi detossificanti. Le caratteristiche ereditarie di alcuni cani, soprattutto delle razze giapponesi, può implementare significativamente la gravità dell’avvelenamento. Meccanismo d’azione La tossicità delle cipolle è dovuta alla presenza al loro interno di alte concentrazione di composti solforati, che risultano tanto più elevate quanto maggiore è la presenza di solfuri nei terreni in cui vengono coltivate. Tali composti solforati, una volta che le cipolle, siano esse crude, cotte o disidratate, vengono masticate, vengono idrolizzati in tiosolfati, i quali, a loro volta, si scindono a formare disolfuri, incluso il dipropenil disolfuro (o n-propenil disolfuro), che sembra essere il più tossico del gruppo. Questi disolfuri sono potenti agenti ossidanti, in grado di causare emolisi degli eritrociti, per carenza di glutatione ridotto. Il glutatione ridotto (GSH), convertito in questa forma dalla glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6FD) a partire dalla sua forma ossidata, gioca infatti un importante ruolo protettivo contro i danni ossidativi cellulari; esso partecipa a vari processi biologici, quali la sintesi proteica e quella del DNA, il trasporto transcellulare degli amminoacidi, l’attività metabolica degli enzimi e la protezione cellulare contro i radicali liberi e gli agenti cancerogeni. Il fegato, i reni, la mucosa intestinale e, soprattutto, gli eritrociti contengono quantità particolarmente elevate di glutatione, in quanto maggiormente esposti al rischio dell’azione dei radicali liberi e/o più predisposti a fenomeni di auto-ossidazione dopo i danni provocati dai radicali liberi. Qualora si instauri carenza relativa di GSH, si verifica accumulo di ione perossido, che si forma in seguito all’azione di agenti ossidanti, e conseguente ossidazione dei gruppi sulfidrilici delle catene della globina, denaturazione dell’emoglobina e formazione di precipitati (i Corpi di Heinz) all’interno dei globuli rossi. A ciò segue la lisi della membrana dei globuli rossi, emoglobinemia ed emoglobinuria Tutti i cani che assumano cipolle sono suscettibili agli effetti tossici dei composti ossidanti in esse contenuti. Tuttavia nei cani ereditariamente affetti da deficienza di G6PD (per un disordine genetico), i bassi livelli di questa causano una diminuzione dei livelli di GSH, con conseguente aumento di rischio di danno dovuto all’ossidazione. Alcune razze giapponesi (es: Akitas, Shiba Inus, ecc.) che presentano elevate concentrazioni congenite di GSH (da 5 a 7 volte in più del normale), paradossalmente sottostanno ad un aumentato effetto ossidativo di composti quali il 4-aminofenil-disolfuro. Gli eritrociti felini sono estremamente suscettibili ai danni ossidativi, specialmente alla denaturazione dell’emoglobina; infatti, in virtù della sua particolare configurazione molecolare, l’emoglobina felina è circa 2/3 volte più suscettibile ai danni ossidativi rispetto a quella di altri animali. Altri fattori enzimatici aumentano la dipendenza felina dal glutatione per la protezione ossidativa rispetto ad altri mammiferi. Pertanto i proprietari di gatti dovrebbero controllare le etichette degli alimenti per assicurarsi che le cipolle non siano tra gli ingredienti. Dosi tossiche La tossicità della cipolla nei cani si manifesta quando la quantità di cipolla nel cibo supera lo 0,5% del peso totale dell’animale. L’ASPCA riporta, in un periodo di osservazione di due anni, 23 casi di esposizione alla cipolla (20 cani e 3 gatti). Degli animali esposti però solo 6 cani e 1 gatto mostravano i segni clinici dell’avvelenamento. L’anamnesi rivelava che tali animali avevano ingerito quantità di cipolla superiori allo 0,5% del loro peso corporeo. Sintomatologia Gli effetti tossici provocati dall’ingestione della cipolla dipendono dalla sensibilità della specie e dalla quantità ingerita. I sintomi più frequenti sia nel cane che nel gatto sono rappresentati da pallore delle mucose, che possono anche essere itteriche, debolezza, depressione, aumento della frequenza cardiaca e respiratoria (causata dall’ipossia), vomito e/o diarrea, anoressia, odore di cipolla dell’aria espirata.

I reperti di laboratorio più comuni sono rappresentati da riduzione dell’ematocrito (cani: < 37%; gatti:< 24%), emoglobinuria (con colore dell’urina variabile dal rosso scuro al nero), emoglobinemia, metaemoglobinemia, anormale morfologia degli eritrociti e trombocitosi. In seguito ad esposizioni croniche a basse dosi il quadro anemico è invece di modesta entità, poiché gli eritrociti si rigenerano rapidamente e si può incorrere in una riduzione significativa del valore ematocrito solo dopo molti giorni di esposizione al tossico.

Trattamento

Una grave intossicazione da cipolla può anche essere letale. Come per molte altre intossicazioni, il primo passo è quello di rimuovere la fonte dell’avvelenamento. Nei casi in cui è stata ingerita una grande quantità di cipolla nelle 2 ore precedenti e qualora non ci siano controindicazioni per l’emesi (quali ipossia, coma, mancanza di normale riflesso faringeo), il vomito è importante effettuare sempre fluidoterapia, al fine di correggere gli squilibri idrolettrolitici ed acido-base eventualmente presenti. Il trattamento dovrebbe inoltre includere variazioni delle dieta, in quanto le proteine presenti nella razione e la quantità e la composizione degli amminoacidi hanno una significativa influenza sulla sintesi del glutatione. Studi sui ratti hanno infatti dimostrato che il digiuno prolungato o una dieta povera di proteine possono provocare una riduzione significativa dei livelli epatici della sintesi del glutatione, potenziando il danno epatico causato dallo stress ossidativo. Anche se la terapia nutrizionale è importante per tutte le specie, lo è maggiormente per i gatti. Lo squilibrio dietetico (soprattutto insufficienza di taurina) o l’anoressia ha un più rapido e/o un maggior effetto sul metabolismo del glutatione nei gatti rispetto alle altre specie. Solitamente il recupero si ottiene in 10-14 gg.

Si consiglia SEMPRE di contattare un medico veterinario.

 

Dott.ssa Elisa Giorgetti

Medico Veterinario e Nutrizionista 

shutterstock_279711269

IN AUTO CON FIDO

Il Codice della Strada permette il trasporto in automobile di gatti e cani purchè non siano d’ impedimento alla guida. Il Ministero dei Trasporti ha però chiarito che non è legittimo utilizzare una cintura di sicurezza, pratica in realtà molto diffusa anche per la presenza di cinture omologate: l’articolo 169 comma 6 del Codice della Strada consente il libero trasporto di animali da compagnia purchè custoditi in un trasportino o in un analogo mezzo idoneo. Per “mezzo idoneo” si intende la rete di separazione del vano posteriore al posto di guida, quindi questo comporta che le cinture non possono essere ritenuti strumenti legittimi. Il medesimo comma consente il trasporto di soli animali domestici all’interno dell’automobile, anche in numero superiore a due purchè custoditi in apposita gabbia o nel vano posteriore al posto di guida appositamente diviso da rete.

pittbull

CANI E AGGRESSIVITA’: FALSI MITI E RESPONSABILITA’

Il comportamento aggressivo di alcune razze canine è spesso al centro della cronaca nera italiana e internazionale che raccontano le tragiche storie di aggressioni di cani che molte volte si avventano proprio contro il padrone. Viene comunemente detto Lista delle razze pericolose l’elenco di razze canine redatto come allegato dell’Ordinanza del 12 dicembre 2006, “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani”, a firma dell’allora Ministro Livia Turco , con validità per un anno dal momento della pubblicazione. Dal 23 marzo 2009, per la durata di ventiquattro mesi, è stata in vigore una ordinanza, firmata dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini i cui contenuti sono tutt’ora vigenti.
A differenza della precedente ordinanza 12 dicembre, non contiene alcuna “lista di razze”, specificando anzi che l’ordinanza precedente «non solo non ha ridotto gli episodi di aggressione ma, come confermato dalla letteratura scientifica di Medicina Veterinaria, “non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell’appartenenza a una razza o ai suoi incroci”

Insomma è giusto rendere chiara l’informazione a proposito di cani e aggressività: è chiaro che ogni razza ha la propria natura e tendenza ma è anche giusto chiarire la totale responsabilità del padrone nella gestione e nell’educazione di un cane.
Nel caso si notino intemperanze ed un’eccessiva aggressività nel proprio cane è quindi assolutamente necessario rivolgersi ad un PROFESSIONISTA che può esserci indicato direttamente la proprio veterinario: vietato temporeggiare e sottovalutare il problema, credere di poter risolvere la situazione utilizzando metodologie estreme magari trovate sul web o rivolgersi a falsi professionisti non certificati e riconosciuti.
Ne va della tranquillità degli altri, vostra e del vostro cane!

a

MEMORIA E RISPETTO: LA NOSTRA MISSIONE.

Con questo blog Petheory si propone di creare un ulteriore canale di comunicazione con un pubblico che con noi condivide ideali di amore e rispetto verso gli animali. Condividiamo con voi, anche grazie all’ausilio della nostra pagina Facebook e del nostro sito web, notizie utili e informazioni interessanti riguardanti il mondo animale, dedicando volentieri del tempo a video spiritosi, commoventi e non solo: in questo articolo vogliamo però riproporvi un tema che a noi sta molto a cuore.
Riguarda il motivo per il quale abbiamo voluto che una struttura come Petheory esistesse, ispirandosi obbligatoriamente ad una philosophy di rispetto e attenzione in primis verso gli animali e poi verso i loro padroni.
Secondo il diritto Italiano e quello relativo alle decisioni prese in sede Europea, la legge impone l’obbligo di provvedere alla sistemazione definitiva del corpo dell’animale deceduto, vietandone l’abbandono, lo scarico o l’eliminazione incontrollata.
E’ inoltre da precisare che secondo i parametri della Legge Italiana, le spoglie dei nostri amici a quattro zampe rientrano nella categoria di sottoprodotto animale, da smaltire quindi con analoghi prodotti.
Dunque, sfidiamo chiunque abbia o abbia avuto un animale con sé, a ritenerlo alla stregua di un rifiuto: ed è per questo che la nostra missione è quella di rafforzare la crescente sensibilità sul rispetto per gli animali, per conservarne la dignità e il ricordo.

shutterstock_316430723

LOVE TERAPY

E’ in crescita il numero delle strutture ospedaliere che permettono l’ingresso agli animali domestici sia per consentire loro la visita al proprio padrone temporaneamente ricoverato, sia con scopi di Pet Terapy, ossia un utilizzo terapeutico con alcuni pazienti.

L’ultima scoperta a livello scientifico riguardante i nostri amici a quattro zampe è infatti il loro comprovato influsso benefico proprio sul nostro cuore; studi medici affermano che un animale domestico è in grado di abbassare il livello di pressione sanguigna, sostituendo addirittura l’utilizzo di terapie farmacologiche. Una splendida novità che si va ad aggiungere alla serie di ricerche operate in campo psichiatrico che appunto stabiliscono da anni l’importanza di un animale nella vita di persone che stanno attraversando un momento difficile. Un cane o un gatto aumenta infatti il senso di responsabilità dell’uomo, che può dare nuova linfa alla sua vita, riducendo addirittura le tensioni con colleghi e familiari.

L’ultimo caso di un ospedale che permette visite a quattro zampe è quello di Treviglio, in provincia di Bergamo, ma la stessa procedura è attuata in molte strutture della Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Liguria. Restano ovviamente off limits terapia intensiva, chirurgia e traumatologia d’urgenza, i reparti di isolamento, centri-trapianti e grandi ustionati ma anche aree particolarmente delicate degli ospedali quali i centri dialisi, le nursery e l’ostetricia.
Rispettando alcune naturali regole igieniche e comportamentali insomma, avremo l’opportunità di portare un sorriso in più dentro luoghi non propriamente gioiosi; la presenza del proprio animale, ma non solo, avvicina i pazienti alla normalità della vita quotidiana, che per molti significa una piena guarigione, li rilassano e li tranquillizzano, specie laddove i pazienti sono sottoposti a particolari stress. Inoltre fanno una preziosa compagnia e danno infinito amore!